È possibile sposarsi solo in Chiesa?

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17 ottobre 2019

 

Sebbene il matrimonio sia un contratto legale riconosciuto dallo Stato, al tempo stesso è anche un sacramento religioso officiato dai ministri di una Chiesa. Alcune coppie scelgono di unirsi in matrimonio esclusivamente con rito civile, altre secondo il classico “matrimonio concordatario”, che prevede rito religioso e contestuale attribuzioni degli effetti civili. Infine, ci sono coppie che scelgono di sposarsi esclusivamente con rito religioso, una prassi di sola competenza dei tribunali ecclesiastici. Ma quindi… è possibile sposarsi solo in Chiesa con rito religioso?

Sposarsi con rito civile

Questa tipologia di matrimonio viene celebrata e riconosciuta ufficialmente dallo Stato senza coinvolgere alcuna appartenenza a credi o confessioni religiose. Ogni paese prevede dei requisiti legali affinché un matrimonio civile possa essere regolarmente celebrato  e, generalmente, si svolge all’interno di un luogo laico come, ad esempio, una sede comunale. Secondo la legge italiana, il rito civile può essere officiato da un ufficiale dello Stato civile o da un qualunque cittadino maggiorenne che gode dei diritti civili e politici.

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Rito religioso e matrimonio concordatario

Se l’aspetto legale di un matrimonio trasmette un gran numero di privilegi, benefici e diritti/doveri per entrambi le parti della coppia, l’aspetto spirituale ne riconosce l’unione solo in termini di confessioni religiose. In Italia, questi due volti del matrimonio – civile e religioso – confluiscono nel rito concordatario, in cui il ministro della Chiesa è riconosciuto dallo Stato anche come funzionario governativo della cerimonia. In questi casi, infatti, la coppia dovrà presentare all’officiante una licenza di Matrimonio affinché il rito possa essere validamente riconosciuto e si è, a tutti gli effetti, validamente sposati in Chiesa e legalmente.

Sposarsi solo in Chiesa è possibile?

Alcune coppie decidono di sposarsi solo con cerimonia religiosa, ovvero celebrata esclusivamente in Chiesa. Gli sposi, infatti, non sono obbligati a volere effetti civili sul matrimonio e, in tal caso, la coppia sarà a tutti gli effetti unita solo secondo i canoni della sua confessione religiosa. Pertanto, il matrimonio non sarà trascritto nei pubblici registri e, agli occhi dello Stato, la coppia non risulterà sposata e l’unico vincolo a legarla sarà quello spirituale. 

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Ciò significa che gli sposi non potranno rivendicare alcun diritto civile di matrimonio e non verrà applicata alcuna legge in materia di successione familiare e patrimoniale; i coniugi, infatti, non potranno beneficiare di tutte le tutele garantite da un matrimonio contratto con effetti civili.

Quando ci si sposa solo con rito religioso?

È raro assistere a casi di celebrazioni officiate esclusivamente con rito religioso e devono esserci seri e validi motivi affinché i ministri di una Chiesa possano concedere il nullaosta alla celebrazione di un matrimonio non concordatario.  Ecco alcuni casi in cui due persone scelgono di rinunciare al rito civile senza ottenere, quindi, lo status di coniugi agli occhi della legge:

  • Coppie che vivono in condizioni di clandestinità o che ritengono determinate leggi troppo vincolanti in ambito coniugale.
  • Coppie anziane che vogliono unirsi in matrimonio senza intaccare eventuali decisioni già prese precedentemente in materia previdenziale o di eredità. In questi casi, infatti, un matrimonio celebrato secondo diritto civile potrebbe prevedere eventuali cambiamenti a riguardo.
  • Coppie già legate, agli occhi della legge, da rapporti lavorativi in cui un eventuale matrimonio civile significherebbe la perdita di alcuni diritti in ambito legale.

Infine, un’altra tipologia di matrimonio ammessa in Italia è la cerimonia celebrata secondo rito acattolico, officiato cioè da un ministro di culto non cattolico (ad esempio di religione ebraica) riconosciuto dallo Stato italiano.